- 12 Jun 2025 11:31 - INSIDE, dentro il mondo della ricerca e del monitoraggio: il Servizio di Sorveglianza Sismica
Quando c’è un terremoto puoi sapere in pochi minuti la localizzazione e la magnitudo dell’evento sismico, direttamente sul tuo smartphone: come? E cosa succede quando in Italia si verificano terremoti di magnitudo superiori a 4 o 5?
Nella seconda puntata di “INSIDE – dentro il mondo della ricerca e del monitoraggio”, ti portiamo alla scoperta del Servizio di Sorveglianza Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: dal cuore pulsante delle Sale Operative di Roma, Napoli e Catania, alla comunicazione di un evento sismico ai cittadini. Il racconto è affidato a Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti. Guarda il video sul canale YouTube di INGVterremoti, dove puoi rivedere anche la prima puntata di “INSIDE”, dedicata alla Rete Sismica Nazionale.
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Vai alla notizia - 05 Jun 2025 10:00 - Terremoto del Sannio-Matese 1688: nuova valutazione dell’intensità sulla base degli effetti ambientali
Il 5 giugno 1688, un violento terremoto colpì l’area del Sannio-Matese, con un’intensità epicentrale I0=XI Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) e una magnitudo stimata di Mw=7.
Questo terremoto è particolarmente significativo a causa dell’impatto catastrofico che ebbe sul territorio dell’Italia meridionale. La scossa principale fu avvertita intorno alle 20:30 (ora dell’Europa centrale) su un’area di circa 83.000 kmq, causando migliaia di morti e la distruzione totale o parziale di numerosi paesi in sei diverse regioni: Campania, Basilicata, Puglia, Molise, Lazio e Abruzzo (Figura 1). Gli effetti maggiormente distruttivi furono registrati nell’area del Sannio (Campania), dove i centri di Cerreto Sannita, Civitella Licinio e Guardia Sanframondi subirono una distruzione quasi totale e un elevato numero di vittime.
Figura 1. L’area colpita dal terremoto del 5 giugno 1688, che include 6 regioni i. I punti rossi rappresentano i risentimenti del terremoto e la stella gialla è l’epicentro del terremoto del 1688 dal catalogo CFTIMed (Guidoboni et al., 2019). Sebbene l’impatto del danneggiamento socio-economico di questo terremoto sia stato ben documentato e approfondito da diversi studiosi, non altrettanto si può dire per gli effetti ambientali indotti dal terremoto (EEE Earthquake Environmental Effects). Autori come Serva (1981), Boschi et al., (1995) e Serva et al., (2007) pur non concentrandosi esclusivamente sulla raccolta degli effetti sul costruito hanno documentato circa venti effetti sull’ambiente naturale in prossimità dell’area epicentrale. Tali effetti sono anche riportati nel Catalogo dei forti terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area del Mediterraneo (760 a.C.-1500) (CFTI5Med, Guidoboni et al., 2019). Partendo da questi studi è stata avviata una revisione critica delle numerose fonti storiche, delle relazioni geologiche e degli articoli scientifici più o meno recenti, recuperati presso le biblioteche, gli archivi di stato e gli uffici tecnici locali. Questo lavoro ci ha consentito di identificare e raccogliere anche nuovi effetti ambientali, sia primari sia secondari, migliorando significativamente la conoscenza del terremoto del 1688.
Gli effetti sull’ambiente naturale sono essenziali per determinare l’intensità macrosismica di un terremoto, soprattutto quando si ha a che fare con eventi sismici storici (Michetti et al., 2007; Silva et al., 2015). Questo perché le sole valutazioni dei danni spesso riflettono, in un dato contesto storico, principalmente lo sviluppo culturale ed economico dell’area interessata (quali ad esempio materiali di costruzione, pratiche di costruzione etc.), piuttosto che la reale energia del terremoto. Di conseguenza, la sola analisi del danneggiamento diventa incompleta ai fini dell’inquadramento sismotettonico dell’area e quindi della valutazione della pericolosità sismica. A completamento della valutazione dell’intensità macrosismica attraverso le scale tradizionali, nel 2007 è stata introdotta, sotto l’egida dell’INQUA (International Union for Quaternary Research), la nuova scala macrosismica denominata “Environmental Seismic Intensity-ESI-2007 scale” (ESI-07, Figura 2), che considera esclusivamente, per l’attribuzione dell’intensità, gli effetti sull’ambiente naturale, ovvero gli effetti primari (come ad esempio la fagliazione superficiale) e gli effetti secondari (come i fenomeni franosi, le liquefazioni, le anomalie idrologiche, le emissioni di gas, etc.) consentendo una panoramica complessiva del fenomeno terremoto.
Figura 2: Tabelle per la valutazione di (a) intensità epicentrale: intervalli di parametri di fagliazione superficiale (effetti primari) ed estensioni tipiche dell’area totale degli effetti secondari per ogni grado di intensità; (b) intensità locale: criteri diagnostici per l’assegnazione di gradi di intensità basati su classi di effetti ambientali (da Michetti et al. 2007). (c) Grafico che illustra le caratteristiche principali e i parametri dimensionali della scala ESI macrosismica per diversi gradi di intensità (da Silva et al.2015). Per ricostruire la storia e gli effetti sul territorio di questo terremoto devastante abbiamo esaminato criticamente la letteratura esistente e i cataloghi che hanno documentato, anche se parzialmente, gli effetti sull’ambiente naturale (Figura 3).
Figura 3: Schema che illustra nello specifico le varie fasi della ricerca svolta. Abbiamo intrapreso una ricerca archivistica (Figura 4) consultando documenti riguardanti il Regno di Napoli rinvenuti presso l’Archivio di Stato di Napoli e l’Archivio generale di Simancas (Spagna). Ulteriori e preziose informazioni sono state trovate nei documenti diplomatici presso l’Archivio di Stato di Benevento, nonché l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio segreto del Vaticano, riguardanti il territorio appartenente allo Stato pontificio, come Benevento (a quel tempo). Oltre alle fonti d’archivio, le gazzette contemporanee (ad esempio, Bologna, 29 giugno 1688) ed i resoconti a stampa di abitanti locali o testimoni oculari, hanno fornito descrizioni cruciali dell’impatto del terremoto. Ogni fonte è stata valutata in base al suo contesto storico, alla paternità e alla coerenza con altre fonti. L’integrazione di questi diversi documenti (per un totale di oltre 120 fonti) ha consentito una identificazione il più possibile completa degli EEE.
Figura 4: Esempio di fonti contemporanee al terremoto: (a) Magnati, 1688; (b) Bulifon, 1688; (c) Sarnelli, 1688; (d) Confuorto, 1688; (e) un breve estratto da Dalio’s elegy, 1715. L’insieme di dati raccolti in questa ricerca riporta 43 effetti sull’ambiente, primari e secondari, verificatisi in 23 località fra le quali Alife, Civitella Licinio, Monte Matese, Pietraroja, Pozzuoli, San Lorenzo Maggiore, Solopaca e Monte Taburno sono di nuova individuazione. La maggior parte degli effetti si concentra su un’area di circa 5500 kmq. Inoltre, fatta eccezione per la liquefazione e i salti di pietre, che sono stati notati in un caso vicino a Benevento, gli altri effetti come le rotture nel terreno e le frane sembrano raggruppati per diverse località. Tra gli effetti ambientali secondari, le anomalie idrologiche sono quelle più riportate; le frane sono quelle più diffuse in un raggio di 10 km dall’epicentro e concentrate a ovest di Cerreto Sannita (Figura 5). Alcuni di questi effetti sono stati verificati anche attraverso ricognizioni sul campo.
Figura 5: Nella figura si può osservare la distribuzione degli effetti ambientali del terremoto del 1688. L’analisi degli effetti ambientali, utilizzando la scala ESI-07, ha portato ad una revisione dell’intensità del terremoto, con una nuova valutazione I0=X MCS, inferiore rispetto all’XI della scala MCS.
Questo studio dimostra l’importanza di integrare i dati storici con le osservazioni geologiche e la valutazione dell’intensità ESI-07 per ottenere maggiori informazioni per una valutazione più completa della pericolosità sismica. La nuova banca dati di EEEs permette di affinare la comprensione della sismotettonica dell’area del Sannio-Matese, contribuendo a migliorare le valutazioni di pericolosità sismica e può fornire informazioni indispensabili per la pianificazione territoriale e la mitigazione del rischio sismico.
A cura di: Rosa Nappi, Sabina Porfido, Angelica Capozzoli, Valeria Paoletti, Alessandro Maria Michetti
L’articolo relativo a questo studio: Capozzoli, A.; Paoletti, V.; Porfido, S.; Michetti, A.M.; Nappi, R. The 1688 Sannio–Matese Earthquake: A Dataset of Environmental Effects Based on the ESI-07 Scale. Data 2025, 10, 39. https://doi.org/10.3390/data10030039, può essere scaricato al seguente link: https://www.mdpi.com/2306-5729/10/3/39
Il Dataset può essere scaricato a questo link: https://www.mdpi.com/article/10.3390/data10030039/s1
Bibliografia
Boschi, E.; Ferrari, G.; Gasperini, P.; Guidoboni, E.; Smriglio, G.; Valensise, G. Catalogo dei Forti Terremoti in Italia dal 461 aC al 1980; Istituto Nazionale di Geofisica: Rome, Italy, 1995; p. 973.
Bulifon, A. Lettere Memorabili, Istoriche, Politiche, ed Erudite Scritte, e Raccolte da Antonio Bulifon. E Dedicate all’Illustriss. ed Eccellentiss. Sig. Il Signor Carmine Niccolo Caracciolo Principe di Santobuono, Duca di Castello Di Sangro, Marchese di Bucchianico, &c. (Raccolta Terza); 1688, In Napoli Presso Antonio Bulifon con licenza de’ Superiori ; 1697.
Bulifon, A. Lettere Memorabili, Istoriche, Politiche, ed Erudite Scritte, e Raccolte da Antonio Bulifon. E Dedicate all’Ill. e Rev. Monsig. Angelo Veraldi Vescovo di Martorano (Raccolta Seconda); 1688. In Napoli Presso Antonio Bulifon con licenza de’ Superiori; 1693.
Confuorto, D. Giornali di Napoli dal MDCLXXIX al MDCIC; 1688, by Lubrano L., in Napoli 1930; Volume 1, pp. 217–221.
Dalio, G.L. La Caduta di Cerreto per il Terremoto; 1715, Elegia in Franco Domenico, 1967.
Guidoboni, E.; Ferrari, G.; Tarabusi, G.; Sgattoni, G.; Comastri, A.; Mariotti, D.; Ciuccarelli, C.; Bianchi, M.G.; Valensise, G. CFTI5Med, the new release of the catalogue of strong earthquakes in Italy and in the Mediterranean area, Scientific Data 6, Article number: 80 2019. https://doi.org/10.1038/s41597-019-0091-9.
Magnati, V. Notizie Istoriche de’ Terremoti Succeduti ne’ Secoli Trascorsi, e nel Presente, Indirizzate alla Serenissima Real Maestà di Carlo II Gran Monarca, Delle Spagne, e di Gerusalemme, dell’Una, e dell’Altra Sicilia, &c. dall’Abbate D. Vincenzo Magnati; Monografia; presso Antonio Bulifon: in Napoli, Italy, 1688; p. 430.
Michetti, A.M.; Esposito, E.; Guerrieri, L.; Porfido, S.; Serva, L.; Tatevossian, R.; Vittori, E.; Audemard, F.; Azuma, T.; Clague, J.; et al. Environmental Seismic Intensity Scale 2007—ESI 2007. In Memorie Descrittive Della Carta Geologica d’Italia, Servizio Geologico d’Italia—Dipartimento Difesa del Suolo; APAT: Roma, Italy, 2007; Volume 74, pp. 7–54.
Sarnelli, P. Memorie dell’Insigne Collegio di S. Spirito della Città di Beneuento dall’Anno della fondazione 1177 Infino al Tremuoto de’ 5 di Giugno 1688 che si Descrive. Eccitate da Pompeo Sarnelli … Sotto il Pastoral Reggimento dell’Eminentiss. … fr. Vincenzo Maria dell’Ordine de’ Predicatori; 1688. In Napoli presso Giuseppe Roselli.
Serva, L. Il terremoto del 1688 nel Sannio. In Proceedings of the Meeting Progetto Finalizzato Geodinamica on Sismicità dell’Italia: Stato delle Conoscenze Scientifiche E Qualità della Normativa Sismica, Udine, Italy, 1981.
Serva, L.; Esposito, E.; Guerrieri, L.; Porfido, S.; Vittori, E.; Comerci, V. Environmental effects from some historical earthquakes in Southern Apennines (Italy) and macroseismic intensity assessment. Contribution to INQUA EEE scale project. Quat. Int. 2007, 173–174, 30–44. https://doi.org/10.1016/j.quaint.2007.03.015.
Silva, P.G.; Guerrieri, L.; Michetti, A.M. Intensity scale ESI 2007 for assessing earthquake intensities. Encycl. Earthq. Eng. 2015, 1219–1237. https://doi.org/10.1007/978-3-642-36197-5_31-1.
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Vai alla notizia - 03 Jun 2025 14:10 - Le mappe mensili della sismicità, maggio 2025
Mappa dei terremoti avvenuti in Italia e nelle aree limitrofe dal 1 al 31 maggio del 2025.
Sono stati 1407 gli eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dal 1 al 31 maggio 2025, un numero in leggera crescita rispetto al precedente mese di aprile, con una media che sale a circa 45 terremoti al giorno. Dei 1407 eventi registrati, 137 terremoti hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2.0 e solo 11 eventi magnitudo pari o superiore a 3.0.
Durante il mese di maggio non si sono verificate sequenze sismiche importanti sul territorio nazionale e nelle aree limitrofe: il terremoto di magnitudo maggiore (Md 4.4) è stato localizzato il 13 maggio nell’area dei Campi Flegrei durante uno sciame sismico che ha prodotto numerosi eventi tra i quali anche altri tre terremoti di magnitudo superiore a 3 tra il 13 maggio (Md 3.5 e Md 3.3) e il 14 maggio (Md 3.1). Il terremoto di magnitudo Md 4.4 è stato risentito in una vasta area, da Pozzuoli fino ai quartieri orientali di Napoli.
Nessun altro evento ha raggiunto magnitudo 4 in questo mese: ricordiamo però il terremoto del 3 maggio (ML 3.8) localizzato nei pressi di Castel d’Aiano in provincia di Bologna, ad una profondità di circa 60 km, risentito in molte aree dell’Appennino tosco-emiliano come evidenziato dai questionari inviati al sito www.hsit.it.
Le mappe, insieme ad altri prodotti del monitoraggio, sono disponibili sul sito dell’Osservatorio Nazionale Terremoti e sul Portale Web dell’INGV.
La rubrica “I terremoti del mese” è a cura di M. Pignone (INGV-ONT)
Vai alla notizia - 23 May 2025 08:00 - Online la nuova versione del Database Italiano delle Sorgenti Sismogenetiche
È online la nuova versione 3.3.1 del Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), ovvero il Database italiano delle sorgenti sismogenetiche individuali. DISS è nato con lo scopo di investigare e sistematizzare le conoscenze sulla sismogenesi dell’intero territorio italiano. L’ideazione, lo sviluppo e il contenuto di DISS sono stati descritti in un precedente articolo di questo blog-magazine.
La nuova versione del Database contiene i principali risultati presentati nella letteratura scientifica dal dicembre 2021 (data di pubblicazione della versione 3.3.0) al marzo 2025 nonché significative modifiche dell’assetto e della caratterizzazione delle sorgenti; in particolare, la versione 3.3.1 contiene:
- la nuova sorgente sismogenetica individuale responsabile del terremoto del 9 novembre 2022, Mw 5.5, localizzata nel Mar Adriatico, a circa 25 km di distanza dalla costa delle Marche settentrionali;
- nuove sorgenti sismogenetiche composite localizzate 1) al confine italo-sloveno, 2) nelle aree offshore dell’Appennino settentrionale, 3) nella Pianura padana occidentale e 4) nel Mar Tirreno meridionale ad ovest delle Isole Eolie;
- il sovrascorrimento basale attinente alla Sicilia, ossia l’interfaccia tra le unità alloctone della catena sicula (nella placca superiore) e la piattaforma Iblea (nella placca inferiore);
- una versione più dettagliata della parte più superficiale dell’interfaccia di subduzione al di sotto dell’Appennino settentrionale;
- diverse migliorie ai parametri geometrico-cinematici delle sorgenti già presenti nella precedente versione;
- un’aggiornata ricca bibliografia – oggi sono collegati alle diverse sorgenti sismogenetiche, ben 4138 record bibliografici.
Questa nuova versione del DISS contribuisce a migliorare il modello di sismogenesi dell’Italia e di una ampia porzione del Mediterraneo centrale, fornendo un moderno strumento di consultazione e indagine ai ricercatori, ai professionisti e ai decisori istituzionali preposti alla mitigazione e gestione dei rischi.
A cura del DISS Working Group – INGV
Vai alla notizia - 22 May 2025 14:05 - Evento sismico Mw 6.0 a Creta (Grecia), 22 maggio 2025
Alle ore 05:19 italiane del 22 maggio 2025 è stato localizzato un terremoto di magnitudo Mw 6.0 nel mare antistante l’isola di Creta (Grecia) a circa 62 km di profondità.
Mappa della sismicità strumentale dell’area di interesse. La stella indica la localizzazione del terremoto del 22 maggio 2025 alle ore 5:19 italiane L’area interessata è inserita nella regione dell’arco ellenico, la cui complessità tettonica è dominata dalla subduzione e collisione di tre grandi placche, Africa, Eurasia ed Arabia, lentamente convergenti, che hanno coinvolto nell’interazione un mosaico di placche minori. In particolare, Creta si colloca nella parte superficiale dell’arco ellenico, una regione in cui la placca africana subduce sotto quella euroasiatica ed in cui sono avvenuti storicamente eventi con valori di magnitudo fino ad 8. In particolare nella figura successiva si vede come l’evento sismico del 22 maggio 2025 sia relativamente vicino agli epicentri dei forti terremoti del 1812 (Mw 7.5), 1859 (Mw 7.7) e 1887 (Mw 7.2).
Mappa della sismicità storica dell’area di interesse. La stella indica la localizzazione del terremoto del 22 febbraio 2025, alle 05:19 IT. La figura mostra i terremoti avvenuti nel passato (Stucchi et al., 2013. The SHARE European Earthquake Catalogue (SHEEC) 1000–1899. Journal of Seismology, doi: 10.1007/s10950-012-9335-2. https://doi.org/10.6092/INGV. IT-SHARE-SHEEC.1000-1899). La dimensione e il colore dei quadrati sono proporzionali alla magnitudo del terremoto. Di seguito un grafico che mostra le onde del terremoto che arrivano nel tempo a diverse distanze dalle stazioni, poste lungo l’asse orizzontale a distanza crescente dall’epicentro. L’asse verticale indica il tempo in secondi dal momento della nucleazione del terremoto. Ogni linea verticale, composta da piccole oscillazioni nere, è il segnale registrato da una stazione sismica. La linea rossa rappresenta l’arrivo previsto per le onde P (le più veloci), mentre la linea blu indica l’arrivo delle onde S.
Questo grafico (record section) mostra come le onde del terremoto arrivano nel tempo a diverse distanze dalle stazioni, poste lungo l’asse orizzontale a distanza crescente dall’epicentro. L’asse verticale indica il tempo in secondi dal momento della nucleazione del terremoto. Ogni linea verticale, composta da piccole oscillazioni nere, è il segnale registrato da una stazione sismica. La linea rossa rappresenta l’arrivo previsto per le onde P (le più veloci), mentre la linea blu indica l’arrivo delle onde S. Il riquadro rosso verticale sottolinea come la stazione italiana più vicina sia SCTE (Santa Cesarea Terme, LE) a circa 800 km di distanza. (da Palombo B., T. Ninivaggi, R.Cogliano, R. Moschillo, L. Falco, S. Mazza e G. Selvaggi. RecSec: una applicazione web per la consultazione delle Record Sections dei terremoti euro-mediterranei, Rapporti Tecnici, 2022.) Nonostante la distanza, l’evento è stato risentito anche in Italia, in particolare, in Puglia, Calabria e Sicilia, come dimostrano i questionari finora compilati su https://www.hsit.it/ (più di 900 compilazioni alle ore 15:29).
Mappa del risentimento sismico in scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) che mostra la distribuzione degli effetti del terremoto sul territorio come ricostruito dai questionari on line. La mappa contiene una legenda (sulla destra). Con la stella in colore viola viene indicato l’epicentro del terremoto, i cerchi colorati si riferiscono alle intensità associate a ogni comune. Nella didascalia in alto sono indicate le caratteristiche del terremoto: data, magnitudo, profondità (Prof) e ora locale. Viene inoltre indicato il numero dei questionari elaborati per ottenere la mappa stessa.
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